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A COSA SERVE LA DANZA?

Immagine del redattore: Koreo Dance SchoolKoreo Dance School

Seduti a godersi lo spettacolo che i Momix ci hanno donato al Teatro Verdi – a proposito: grazie a tutte le allieve che sono venute, eravamo un bel gruppo e siamo state tutte davvero bene, facciamolo per altri spettacoli! - i pensieri dello spettatore vengono stimolati dai movimenti, così come per il coreografo/fondatore di questa compagnia, il movimento è stimolato dal pensiero.

E allora ci viene voglia di prendere i Momix come ispirazione per una serie di considerazioni sulla danza e sul movimento più in generale.


Momix

A cosa è servita la danza per Moses Pendleton, fondatore dei Momix?


Figlio di un allevatore di bestiame, laureato in letteratura inglese al Dartmouth College divenne un campione di sci. «Questo mi ha insegnato a muovere il corpo nello spazio, ad andare veloce e contro la gravità. Tutte cose che sono entrate nei Momix».

Quando si ruppe una gamba, pensò che la sua carriera fosse finita. E invece fu proprio grazie alla danza come terapia, che si aprì una nuova opportunità di vita che l’ha portato a fondare prima il Piloboulos Dance Theatre e poi i Momix.

Un pensatore dentro al fisico di uno sportivo, con un solo scopo: fare sognare la gente. «Mi considero un “acchiappasogni” – spiega – e questi sogni li propongo al pubblico. Vedendo una superficie umana che diventa cristallo, acqua che corre, fuoco, tu estendi quello che sei nella natura. E così diventi roccia, diventi architettura. Lo spazio in cui viviamo siamo noi».

Pensieri profondi che il coreografo trasforma in movimento attraverso la danza classica, moderna, contemporanea, ma anche le arti circensi e la video arte tutte inglobate nel corpo dei suoi ballerini, atleti, danzatori, anche giocolieri.


Se la danza è stata la terapia di questo geniale coreografo, cosa è la danza per un suo ballerino?


Le sue coreografie raccontano mondi attraverso un linguaggio che si fa corporeo: la danza diviene linguaggio che “parla” attraverso il corpo dei danzatori; sono loro gli interpreti del messaggio del coreografo e, una volta acquisite tutte le discipline base per esprimersi, essi si trasformano in una pagina bianca che si riempie di emozioni che si diffondono nell’aria e attraverso la musica arrivano a noi.


Ma la danza cosa è per lo spettatore?


«La fantasia fa parte della vita – ci dice il coreografo –. Io credo nella realtà dei sogni. La gente esce da teatro sentendosi più leggera. In un mondo stressato, dove i media rimbalzano in continuazione notizie terribili, le persone hanno bisogno di un momento di serenità. I Momix cercano solo di riportare le persone al contatto con la realtà più profonda e vera del mondo e dell’essere umano».

E come si fa a “parlare” il linguaggio della danza?

«Bisogna usare la fantasia, l'immaginazione, la creatività – ci dice Moses, ma soprattutto ricordiamoci che, sempre dalle sue parole: - il futuro richiede movimento, e dove c'è movimento c'è possibilità di cambiamento, pensare positivo altrimenti ci portiamo dietro il buio del passato. Ci dovrà essere sempre un' intelligenza e una visione, è la nostra immaginazione a creare e a fare in modo che ci sia sempre un futuro»

Ecco a cosa serve, la danza.










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